Manifiesto político italiano que defiende el fascismo
Incipito del Manifiesto
El "Manifiesto de los intelectuales fascistas" (Italiano: "Manifiesto degli Intellettuali del Fascismo", pronunciado[maniˈfɛsto deʎʎ intelletˈtwaːli del faʃˈʃizmo; intellettuˈaːli]), del filósofo actualista Giovanni Gentile en 1925, estableció formalmente las bases políticas e ideológicas del fascismo italiano. Justifica la violencia política de los paramilitares de las Camisas Negras del Partido Nacional Fascista (PNF - Partito Nazionale Fascista), en la realización revolucionaria del fascismo italiano como el régimen autoritario y totalitario del Primer Ministro Benito Mussolini, que gobernó Italia como Il Duce (El líder), de 1922 a 1943.
Giovanni Gentile: Padre filosófico del fascismo italiano.
Sinopsis
El Manifiesto es el resumen ideológico de la Conferencia de Cultura Fascista celebrada el 29 de marzo de 1925 en Bolonia. En apoyo del gobierno de Benito Mussolini, destacados intelectuales y académicos italianos realizaron el primer esfuerzo formal por definir las aspiraciones culturales del fascismo italiano. Como presidente de la conferencia, el filósofo neoidealista Gentile proclamó públicamente la alianza entre la cultura y el fascismo, desafiando así a los críticos intelectualistas que cuestionaban la respetabilidad cultural del régimen fascista.
Bandera nacional fascista del Partido (1930-1940).
La tesis del Manifiesto de los intelectuales fascistas basa la revolución fascista en la cooperación entre la cultura y la política. Como declaración de principios político-filosóficos, el Manifiesto se deriva de la conferencia "Fascismo y cultura" (Fascismo e cultura) que Gentile pronunció en la sesión "Libertad y liberalismo" (Libertà e liberalismo) de la conferencia cultural; aunque oficialmente asistieron más de 400 intelectuales italianos, el documento sólo lleva 250 firmas.
El Manifiesto se publicó por primera vez en Il Popolo d'Italia (El pueblo de Italia), el periódico del PNF, y luego en la mayoría de los periódicos italianos el 21 de abril de 1925, día de la celebración nacional del aniversario de la fundación de Roma (aproximadamente el 21 de abril del año 753 a. C.). El simbolismo de la fecha de publicación se profundizó con la instauración legal contemporánea de la celebración del 21 de abril del Nacimiento de Roma, establecido por decreto real a principios de 1925 en sustitución del Día Internacional de los Trabajadores.
Muchos intelectuales públicos italianos con influencia cultural firmaron el Manifiesto de los intelectuales fascistas, entre ellos:
Luigi Barzini Sr.
Guelfo Civinini
Salvatore Di Giacomo
Luigi Federzoni
Giovanni Gentile
Curzio Malaparte
Filippo Tommaso Marinetti
Ugo Ojetti
Alfredo Panzini
Salvatore Pincherle
Luigi Pirandello
Ildebrando Pizzetti
Vittorio G. Rossi
Margherita Sarfatti
Ardengo Soffici
Giuseppe Ungaretti
Aunque no estuvo presente en la Conferencia de Cultura Fascista, el dramaturgo y novelista Luigi Pirandello apoyó públicamente el Manifiesto de los intelectuales fascistas con una carta. Mientras tanto, el apoyo del poeta napolitano Di Giacomo provocó el desencuentro de Gentile con Benedetto Croce, su mentor intelectual, quien luego respondió a la proclama del gobierno fascista con su Manifiesto de los intelectuales antifascistas, que fue publicado en el periódico liberal Il Mondo y en el periódico católico Il Popolo.
(en italiano)Manifiesto degli Intellettuali del Fascismo
Le origini
Il Fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione italiana, ma non privo di significato e interesse per tutte le altre. Le sue origini prossime risalgono al 1919, quando intorno a Benito Mussolini si raccolse un manipolo di uomini reduci dalle trincee e risoluti a combattere energicamente la politica demosocialista allora imperante. La qua autorle della grande guerra, da cui il popolo italiano era uscito vittorioso ma spossato, vedeva soltanto le immediate conseguenze materiali e lasciava disperdere se non lo negava apertamente il valore morale rappresentandola agli italiani da un punto di vista grettamente individualistico e utilitaristico come somma di sacrificno Re e dell'Esercito, simboli della Nazione soprastanti agli individui e alle categorie particolari dei cittadini e un disfrenarsi delle passioni e degl'istinti inferiori, fomento di disgregazione sociale, di degenerazione morale, di egoistico e incosciente spirito di rivolta a ogni legge e disciplina. L'individuo contro lo Stato; espressione tipica dell'aspetto politico della corruttela degli anni insofferenti di ogni superiore di vita umana che vigorosamente regga e contenga i sentimenti e i pensieri dei singoli. Il Fascismo pertanto alle sue origini fu un movimento politico e morale. La politica sentì e propugnò come palestra di abnegazione e sacrificio dell'individuo a un'idea in cui l'individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto; idea che è Patria, come ideale che si viene realizzando storicamente senza mai esaurisa
Il Fascismo e lo Stato
Di qui il carattere religioso del Fascismo. Questo carattere religioso e perciò intransigente, spiega il metodo di lotta seguito dal Fascismo nei quattro anni dal '19 al '22. I fascisti erano minoranza, nel Paese e in Parlamento, dove entrarono, piccolo nucleo, con le elezioni del 1921. Lo Stato costituzionale era perciò, e doveva essere, antifascista, poiché era lo Stato della maggioranza, e il fascismo aveva contro di sé appunto questo Stato che si dadova liberale; ed era liberale, ma del liberalismo agnostico e abdicatorio, che non conosce se non la libertà esteriore. Lo Stato che è liberale perché si ritiene estraneo alla coscienza del libero cittadino, quasi meccanico sistema di fronte all'attività dei singoli. Non era perciò, evidentemente, lo Stato vagheggiato dai socialistai, quantunque i rappresentanti dell'ibrido socialismo democratizzante e parlamentaristico, si fossero, anche in Italia, venuti adattando a codesta concezione individualistica della concezione politica. Ma non era neanche lo Stato, la cui idea aveva potentemente operato nel periodo eroico italiano del nostro Risorgimento, quando lo Stato era sorto dall'opera di ristrette minoranze, forti della forza di una idea alla quale gl'individui si erano in diversi modi piegati e si era fondato col grande programma di faro Contro tale Stato il Fascismo si accampò anch'esso con la forza della sua idea la quale, grazie al fascino che esercita sempre ogni idea religiosa che inviti al sacrificio, attrasse intorno a sé un numero rapidamente crescente di giovani e fu il partito dei giovani (come dopo i moti moralo del 31 dagno Questo partito ebbe anche il suo inno della giovinezza che venne cantato dai fascisti con gioia di cuore esultante! E cominciò a essere, come la "Giovane Italia" mazziniana, la fede di tutti gli Italiani sdegnosi del passato e bramosi del rinnovamento. Fede, come ogni fede che urti contro una realtà costituita da infrangere e fondere nel crogiolo delle nuove energie e riplasmare in conformità del nuovo ideale ardente e intransigente. Era la fede stessa maturatasi nelle trincee e nel ripensamento intenso del sacrificio consumatosi nei campi di battaglia pel solo fine che potesse giustificarlo: la vita e la grandezza della Patria. Fede energica, violenta, non disposta a nulla rispettare che opponesse alla vita, alla grandezza della Patria. Sorse così lo squadrismo. Giovani risoluti, armati, indossanti la camicia nera, ordinati militarmente, si misero contro la legge per instaurare una nuova legge, forza armata contro lo Stato per fondare il nuovo Stato. Lo squadrismo agì contro le forze disgregatrici antinazionali, la cui attività culminò nello sciopero generale del luglio 1922 e finalmente osò l'insurrezione del 28 ottobre 1922, quando colonne armate di fascisti, dopo avere occupato gli edifici pubblici delle province, Romacia. La Marcia su Roma, nei giorni in cui fu compiuta e prima, ebbe i suoi morti, soprattutto nella Valle Padana. Essa, ven en tutti i fatti audaci di alto contenuto morale, si compì dapprima fra la meraviglia e poi l'ammirazione e infine il plauso universale. Onde parve che a un tratto il popolo italiano avesse ritrovato la sua unanimità entusiastica della vigilia della guerra, ma più vibrante per la coscienza della vittoria già riportata e della nuova onda di fede ristoratrice venuta a rianimare la Nazione vittoriosa sulla nuovaze via faticosa finzila Codesta Patria è pure riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà, nel flusso e nella perennità delle tradizioni. Ed è scintilla di subordinazione di ciò che è particolare ed inferiore a ciò che è universale edmor, è rispetto della legge e disciplina, è libertà ma libertà da conquistare attraverso la legge, che si instaura con la rinuncia a tutto ciò che è piccolo arbitrio e velleità irragio È concezione austera della vita, è serietà religiosa, che non distinguir la teoria dalla pratica, il dire dal fare, e non dipinge ideali magnifici per relegarli fuori di questo mondo, dove intanto si possa continuare a vivere vilmente e miseramente, ma primeci duro sforzo di ideal esvinano
(en inglés)Manifiesto de los intelectuales fascistas a los intelectuales de otras naciones
Los orígenes
El fascismo es un movimiento reciente pero antiguo del espíritu italiano. Está íntimamente ligada a la historia de la nación italiana, pero no es desprovista de interés ni de significado para otras naciones. Sus orígenes inmediatos deben remontarse a 1919, cuando un puñado de veteranos de las trincheras [de la Primera Guerra Mundial] se reunieron alrededor de Benito Mussolini, decididos a luchar enérgicamente contra el entonces dominante demosocialista (demosocialista [sic]) política. El socialismo democrático era ciego a todos menos a un lado (el de las consecuencias materiales inmediatas) de la Gran Guerra de la que el pueblo italiano había surgido al mismo tiempo cansado y victorioso. Disminuía el valor moral de la guerra, cuando no recurría a la negación absoluta, presentándolo a los italianos en una luz crudamente individualista y utilitaria. Afirmó que el conflicto había sido poco más que la combinación de sacrificios individuales, para los cuales cada una de las partes debía ser pagada de acuerdo con una evaluación precisa de su sufrimiento. Esta afirmación dio lugar a una yuxtaposición arrogante y amenazante de individuos al Estado; el descuido de la autoridad del Estado; la reducción del prestigio debido al rey y al ejército —símbolos de una nación que trasciende a individuos y categorías sociales individuales—; el desatado de pasiones e instintos básicos, que provocan la desintegración social, la degeneración moral y un espíritu de rebelión egocéntrico e ins mentales contra todas las formas de disciplina y leyes. La oposición del individuo y del Estado es la expresión política típica de una corrupción tan profunda que no puede aceptar ningún principio de vida superior, porque hacerlo informaría vigorosamente y contenería los sentimientos y pensamientos del individuo. Por lo tanto, el fascismo era un movimiento político y moral en sus orígenes. Comprendió y defendió la política como un campo de entrenamiento para la negación y el autosacrificio en nombre de una idea, que proporcionaría al individuo su razón de ser, su libertad y todos sus derechos. La idea en cuestión es la de la patria. Es un ideal que es un proceso continuo e inagotable de actualización histórica. Representa una encarnación distinta y singular de las tradiciones de una civilización que, lejos de mantenerse como memoria muerta del pasado, asume la forma de una personalidad centrada en el fin hacia el que se esfuerza. La patria es, pues, una misión.
El fascismo y el Estado
De ahí el carácter religioso del fascismo. Esta religiosidad poco convincente explica las tácticas de lucha adoptadas por el fascismo de 1919 a 1922. Los fascistas eran una minoría, en el país y en el Parlamento, donde un pequeño núcleo de diputados estaba sentado después de las elecciones de 1921. Por consiguiente, el Estado constitucional es antifascista y necesariamente así porque refleja su mayoría. El fascismo fue opuesto precisamente por este Estado que se llamaba "liberal", pero cuyo liberalismo era del tipo agnóstico y renunciatorio que sólo paga atención a las libertades exteriores. Este estado se considera "liberal" porque es ajena a la conciencia de sus ciudadanos libres y reacciona mecánicamente a las acciones de los individuos. Sin decir que este era apenas el estado que los socialistas habían imaginado. Los representantes de ese socialismo híbrido, reunidos en valores democráticos y parlamentarios, estaban llegando a un acuerdo con esta concepción individualista de la política. Tampoco fue el Estado el que había alimentado los ideales de la pequeña minoría que operaba durante el tiempo heroico de nuestro Risorgimento, porque los que luchaban por él estaban animados por el poder de una idea a la que los individuos habían presentado de manera diversa. Ese tiempo heroico fundó un Estado con el gran plan de hacer italianos, después de otorgarles independencia y unidad. Este fue el Estado contra el que el fascismo asumió, armado con el poder de su propia visión que, gracias al llamamiento que cualquier idea religiosa que invita a sacrificar ejerce, atrajo a un creciente grupo de jóvenes partidarios. Se convirtió, pues, en la fiesta de los jóvenes (como la de Mazzini) Giovane Italia El movimiento se había levantado de los disturbios de 1831 para llenar un vacío político y moral similar. El partido incluso tenía su himno a la juventud que los fascistas cantaban con corazones alegres y exuberantes. El fascismo se convirtió, como el de Mazzini Giovane Italia, la fe de todos los italianos que deshonraron el pasado y anhelaron la renovación. Al igual que otras religiones, se enfrenta a una realidad totalmente actualizada que debe ser destruida y fundida en un crisol de nuevas energías, y forjada de acuerdo con un nuevo ideal ardiente e intransigente. Fue la misma fe que había madurado en las trincheras y en la reflexión sobre los sacrificios que tuvieron lugar en los campos de batalla por el único objetivo digno: el vigor y la grandeza de la patria. Fue una fe enérgica y violenta, sin querer respetar nada que se mantuviera en el camino del vigor y la grandeza de la patria. Así surgió el escuadrón. Los jóvenes decididos, armados, vestidos de camisas negras y organizados de manera militar, se oponen a la ley para instituir una nueva ley que combata al Estado para fundar el nuevo Estado. Squadrism atacó a los apologistas de la desintegración nacional, cuyas acciones culminaron en la huelga general de julio de 1922, y finalmente se atrevió a montar una insurrección el 28 de octubre de 1922, cuando columnas armadas de fascistas ocuparon primero edificios públicos en las provincias, y luego marcharon en Roma. La marcha en Roma causó algunas bajas durante sus fases de preparación y ejecución, especialmente en el valle de Po. Como todos los acontecimientos valientes inspirados en las metas morales más elevadas, fue recibido primero por maravilla, luego por admiración, seguido de aclamación universal. Parecía, por un tiempo, que el pueblo italiano había recuperado la entusiasta unanimidad que había sentido al borde de la guerra, pero redoblado por la conciencia de la reciente victoria de la nación y revitalizado por la creencia de que la nación vencedora estaba ahora en el camino para recuperar su integridad financiera y moral. Esta patria es la recriminación de esas tradiciones e instituciones que, en medio de la renovación perenne de las tradiciones, siguen siendo características constantes de la civilización. También impulsa la subordinación de todo lo que es particular e inferior a lo que es universal y superior. Es el respeto de la ley y la disciplina; es la libertad de ser conquistada por la ley renunciando a todo lo que viene de la elección individual y los deseos irracionales y desperdicios. Esta patria representa una filosofía austera de la vida, marcada por la profundidad religiosa; no separa la teoría de la práctica, diciendo de hacer; y no propone ideales magníficos, sino totalmente irrealistas, que no cambian nada en la miseria de la vida cotidiana. Más bien, es un esfuerzo desalentador idealizar la vida y expresar sus creencias a través de acciones o palabras que son, por sí mismas, acciones.
Véase también
Manifiesto de los intelectuales antifascistas
Giovanni Gentile
Referencias
^"Dizionario Italiano online Hoepli - Parola, significato e traduzione".
^"Intellettuale: Significato e definizione - Dizionari".
^Jeffrey T. Schnapp (1996). Fascismo fascinante. Journal of Contemporary History, Vol. 31, No. 2, Special Issue: The Aesthetics of Fascism (Apr., 1996), pp. 235–244, accessed 4 February 2009.
^Giovanni Gentile (1929). Origini e dottrina del fascismo. Roma, 1929, 69 págs., revisado 1934, 105 págs.
^Giovanni Gentile (1928). "La base filosófica del fascismo", Foreign Affairs, vol. 6 (enero/febrero) 1928, págs. 290 a 304.
^Philip V. Cannistraro (1972). Revolución Cultural de Mussolini: ¿Fascista o Nacionalista? Journal of Contemporary History, Vol. 7, No. 3/4 (Jul. - Oct., 1972), pp. 115-39, accessed 4 February 2009.
^Giovanni Gentile (1928). Fascismo e culturaMilán, 1928.
^Emiliana P. Noether (1971). Intelectuales italianos bajo el fascismo. El Diario de Historia Moderna, Vol. 43, No. 4 (Dec., 1971), pp. 630-648, accessed 4 February 2009.
^Alessandra Tarquini (2005). Los anti-Gentiles durante el régimen fascista. Journal of Contemporary History, Vol. 40, No. 4 (Oct., 2005), pp. 637-662, accessed 04 February 2009.
^Jared M. Becker (1983). "Lo que no somos": Revisó el antifascismo de Montale. Italica, Vol. 60, No. 4 (Winter, 1983), pp. 331-339, accessed 04 February 2009.
^El texto (dominio público) también se puede encontrar en Stanislao G. Pugliese. El fascismo italiano y el antifascismo: una antología crítica, Manchester University Press, 2001, ISBN 0-7190-5639-X, ISBN 978-0-7190-5639-0, páginas 117 -22 (de 250).
^Vea también J. T. Schnapp, O. E. Sears, & M. G. Stampino (transl.). Una introducción del fascismo italiano, U of Nebraska Press, 2000, ISBN 0-8032-9268-6, ISBN 978-0-8032-9268-0, págs. 297 a 307 (de 325)